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Test sierologico quantitativo per il Covid-19: è il caso di continuare a farlo?

Anche questa estate, ci siamo trovati a dover affrontare il virus che negli ultimi anni ha contagiato milioni di persone: il Covid-19. Ormai abituati a fare i conti con la presenza di questo virus, effettuiamo i test utili all’individuazione dello stesso quasi senza pensarci, in modo automatico. 

Se è giusto accertarsi di non aver contratto il virus, è anche giusto sapere a cosa andiamo incontro quando effettuiamo un test sierologico o antigenico. In molti si chiedono, inoltre, se è il caso di continuare a farlo, vista la presenza ormai fissa del Covid-19 nelle nostre vite e nella società. Cerchiamo di fare chiarezza in questo breve articolo.

Vantaggi e svantaggi di un test sierologico 

Il test sierologico rappresenta il migliore e più veloce degli strumenti per la rilevazione degli anticorpi, siano essi in risposta alla malattia o al vaccino. Il test sierologico non è lo strumento giusto per comprendere se la persona: 

  • è immunizzata;
  • può essere vaccinata; 
  • è protetta da eventuali altri contagi; 
  • può essere protetta dal virus, a che livello e per quanto tempo.

I risultati di questi test, infatti, devono essere confermati da ulteriori test per poter avere una valenza scientifica più autorevole.

Come funziona il test sierologico 

Diversi i test sierologici attualmente in commercio:

  • anticorpi neutralizzanti. Servono per capire se è utile procedere con la vaccinazione e per sapere per quanto tempo la persona può considerarsi protetta dalla possibilità di un nuovo contagio. Gli anticorpi si legano alla proteina spike del virus (RBD). Il test non può essere utilizzato per comprendere quando la persona è stata contagiata o quando ha sviluppato i primi anticorpi; 
  • sierologici quantitativi. Anche questi individuano gli anticorpi che percepiscono la proteina spike. A differenza del test sierologico ad anticorpi neutralizzanti, il sierologico quantitativo è in grado di analizzare i valori IgG e IgM, fornendo quindi un’indicazione temporale rispetto al contagio e alla formazione di anticorpi;
  • sierologici qualitativi. Questi ultimi valutano la qualità degli anticorpi anti-nucleocapside del virus. In questo caso, è possibile individuare gli anticorpi che riconoscono il nucleocapside e quindi sapere se la persona ha contratto o meno il virus. È utile perché funziona anche nel caso delle persone vaccinate, in quanto individua il nucleocapside, prodotto esclusivamente in caso di infezione naturale. 

Per rispondere alla domanda iniziale: dovremo continuare a monitorare lo stato del virus, anche in autunno e in inverno? La risposta è certamente sì. È importante effettuare i test sierologici e antigenici per continuare a rispettare le norme in vigore, proteggendo i più deboli dal Covid-19 e riducendo i contagi. 

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